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Lettera dal Lab – di quando da piccola già facevo l’artigiana

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Lo shop rimarrà aperto per tutto il mese e le feste e le spedizioni partiranno
• mercoledì 11 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 10 dicembre
• venerdì 13 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 12 dicembre
• mercoledì 18 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 17 dicembre (non posso garantire l’arrivo in tempi brevi)
• venerdì 20 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 19 dicembre (non posso garantire l’arrivo in tempi brevi o entro Natale)
• venerdì 27 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 23 dicembre (non posso garantire l’arrivo in tempi brevi)

Oggi inauguro una serie di articoli del blog “Lettere dal lab” che prima di essere qui nel mio sito sono arrivati della casella di posta elettronica di chi è iscritto alla mia newsletter. Da marzo la mia newsletter si è sdoppiata, parte due volte al mese: la prima è dedicata a promozioni, eventi e novità mentre a seconda è una vera lettera dove racconto qualcosa di me e del mio lavoro. Ho capito che questa modalità funziona e che mi piace molto scrivere la seconda newsletter. Raccontare qualcosa di me, qualche ricordo o i retroscena della mia professione credo che faccia comprendere meglio quella che sono, la mia mission e il mio mondo di artigiana. Proprio per questo ho deciso che dopo aver inviato la newsletter la trasformerò in un articolo del blog che potrà essere letto da tutti, anche da chi passa di qui per caso o mi ha appena scoperta.

Lo spunto per scrivere questa newsletter-articolo mi è arrivato da Giovanna Martiniello che si occupa di scrittura biografica. Tempo fa in un post di Instagram chiedeva “Sai trovare l’unicorno dentro di te?”, una domanda un po’ strana forse ma quello che Giovanna chiedeva è se c’è una caratteristica di quando eravamo piccoli che ci contraddistingue ancora adesso e se questa caratteristica ci aiuta ancora oggi in particolare nel nostro lavoro. Ho risposto alla sua domanda e su sua incitazione eccomi qui che trasformo quella breve risposta in un racconto.

Sono nata in provincia di Belluno e ancora oggi abito nella stessa casa della mia infanzia vicino al fiume Piave e in mezzo alla campagna. Se guardo fuori dalla mia finestra vedo campi, molti alberi e i monti che fanno da cornice al paesaggio. Ho sempre dato per scontato questo paesaggio, quando però sono andata all’università e ho vissuto in un’altra città beh mi sono accorta di quanto importante fosse per me vivere nella natura. Ora dico sempre che adoro viaggiare e vedere città e posti nuovi ma poi sono sempre molto felice di tornare tra i monti.

La cosa più importante però è che non vivevo semplicemente in campagna ma grazie ai miei genitori e ai miei nonni io vivevo veramente la campagna! I nonni avevano qualche capretta, le galline e i coniglietti. Sono cresciuta sempre in compagnia di gatti e quando non andavo a scuola ero sempre all’aria aperta in giardino o nei campi con i nonni, a fare passeggiate al Piave e alle volte andavo con il nonno in stalla dove lui ogni tanto aiutava.

Ma allora questo unicorno? Il mio unicorno sono le mani. Io ero sempre al lavoro. Con mia nonna cucivamo i vestiti alle Barbie e con una scatola facevo loro una casa, poi è arrivata la casa di Barbie con l’ascensore, la meraviglia!
Mia nonna Caterina era cuoca e io appena potevo cucinavo con lei, mi ricordo il piano di legno sul tavolo e io in piedi o in ginocchio sulla panca che la aiutavo a fare la pasta, gli gnocchi o i dolci.
Quando andavo in stalla con il nonno Giuseppe il mio compito era rifare il letto alle mucche, toglievo il fieno vecchio e gli mettevo quello nuovo. Ricordo che una volta mi hanno promossa assistente al parto, “appena vedi che spunta il vitellino chiama!” Sono rimasta talmente colpita dalla meraviglia della nascita che ho chiamato aiuto quando ormai il vitellino era nato!
Le passeggiate al Piave con mio papà finivano immancabilmente con le mie tasche piene di sassolini, quelli del Piave sono stupendi!
Una cosa che amavo tantissimo erano i viaggi in treno con mia mamma. Ogni anno c’era la gita a Venezia dove io rimanevo incantata dagli animaletti in vetro e dalle maschere, mi meravigliavo di come qualcuno a mano potesse realizzare questi oggetti stupendi.

Un anno ricordo di aver chiesto alla nonna di avere un pezzetto del suo orto e ho seminato dei pomodori, dell’insalata e basilico. Il raccolto è andato benissimo e sono riuscita a fare anche un mini mercato, vendendo chiaramente tutti i miei prodotti alla nonna! Ero già un’abile commerciante, pensandoci provo grande tenerezza per me e super gratitudine nei confronti della mia nonna.
Con i nonni facevano anche la bisca a carte con qualche monetina che andava in un fondo comune che tenevamo per le occasioni speciali.

Avrai capito che ero sempre indaffarata, nei campi, a costruire qualcosa, a far compagnia agli animali, a volare con la fantasia, a farmi male, a cadere, a farmi consolare, a sentire le storie e i ricordi, a stare male se succedeva qualcosa di brutto, ad aver paura, a gioire per la caccia alle uova di Pasqua e a meravigliarmi per i coniglietti appena nati.

Tutto questo è il mio unicorno, tutto questo è quando sono oggi. Mi accorgo ora, mentre ti scrivo queste parole, che potrei andare avanti per ore, potrei raccontarti tanti piccoli episodi che mi hanno formata e mi hanno fatto diventare una donna di quarant’anni che però se ne sente ventisei, che ama il suo lavoro da artigiana, che ama il fare, il sporcarsi le mani, le piccole cose e il suo territorio. Una donna che ama il silenzio e la natura ma che cerca sempre spunti nuovi e che ama confrontarsi con il diverso, con quello che non conosce.

Mi rendo conto di dover essere grata di essere cresciuta in una famiglia dove il fare ha sempre avuto un ruolo molto importante, non a caso in prima media la mia richiesta di essere iscritta al corso di ceramica è stata subito accolta, soprattutto dal nonno, era lui che con la mitica Citroen mi portava al corso ogni venerdì pomeriggio. Questo ricordo bellissimo e questa consapevolezza è quello che mi spinge a proporre i laboratori per i bambini, credo che sia importantissimo per loro misurarsi con un modo di interagire con il mondo che purtroppo si sta perdendo. Per questo non smetterò mai di battermi affinché si capisca l’importanza di attività manuali come la ceramica, ma non per fare un lavoretto bensì per sporcarsi le mani, per sperimentare la creatività e trovare in essa grande soddisfazione. Devo ringrazio i genitori, le maestre e le istituzioni che ne capiscono l’importanza e la validità del mio pensiero e per chi non capisce, non problem io sono una testa dura e non ho paura di insistere!

Spero che questo racconto ti sia piaciuto e che magari ti sia d’ispirazione per andare a cercare il tuo unicorno, che sarà sicuramente speciale!

Il prossimo mese ti racconterò qualcosa di nuovo di me e del mio lavoro così da farti conoscere ancora meglio come è nata e cosa è Argille. Se però ti ho incuriosito e vuoi leggere subito il prossimo racconto clicca qui ed iscriviti alla mia newsletter, parte puntuale domani mattina!

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