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Lettere dal Lab • Chiedimi come sto

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Lo shop rimarrà aperto per tutto il mese e le feste e le spedizioni partiranno
• mercoledì 11 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 10 dicembre
• venerdì 13 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 12 dicembre
• mercoledì 18 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 17 dicembre (non posso garantire l’arrivo in tempi brevi)
• venerdì 20 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 19 dicembre (non posso garantire l’arrivo in tempi brevi o entro Natale)
• venerdì 27 dicembre per gli ordini conclusi entro le 12 del 23 dicembre (non posso garantire l’arrivo in tempi brevi)

[Lettere dal Lab è la mia newsletter che parte ogni ultimo venerdì del mese e ti racconta qualcosa di me e del mio lavoro, la pubblico qui nel blog il mese successivo appena prima di inviare la nuova lettera, se ti va di leggerla nelle tua casella mail iscriviti alla mia newsletter!]

Ho pensato molto cosa raccontarti questo mese e alla fine ho deciso di raccontarti come mi sento in questo inizio anno. Non è facile definire il mio stato d’animo, mi rendo conto di avere un vero caleidoscopio di sentimenti ed emozioni che cambiano velocissime quasi ogni giorno. A dirla così sembra un gran casino, perdona l’espressione, e lo è veramente. Ormai alla domanda “Come stai?”, se non ho tanto tempo o la giusta confidenza, rispondo “Bene!” perché forse apparentemente va bene, ma la realtà è un’altra e credo sia così per la maggior parte di noi.

Volevo un finale perfetto. Ora ho imparato nel modo più duro che alcune poesie non hanno rime, e alcune storie non hanno un inizio, un centro e un finale chiaro. La vita riguarda il non sapere, il dover cambiare, vivere il momento e prenderne il meglio, senza sapere cosa succederà dopo.
Gilda Radner

Va che sono stanca, che faccio fatica ad interagire con il mondo, ma va che sono felice, che sto facendo cose nuove. Va che quando mi arriva una nuova richiesta per un lavoro mi spavento subito, soprattutto se di un certo tenore, perché aiuto, boh, ma se poi, ma ce la faccio, ma…. poi a mente fredda so che ce la posso fare e ne sono felice. Va che ho preso la decisone di cambiare Lab e che non vedo l’ora di allestire il nuovo spazio e di iniziare a lavorare lì e va che prima di addormentarmi mi tormento perché l’impegno economico cresce e ce la farò? Con il forno elettrico quanto mi costeranno le nuove bollette? I miei clienti capiranno tutto questo? E poi va che faccio un giro per vedere come vanno i lavori, ci porto gli amici e sono già innamorata di questo nuovo spazio e felice di questo cambiamento.

Va che sto progettando corsi e sono tornata a scuola e presto partiranno anche dei laboratori con una biblioteca, che bello! Ma se poi chiudono le classi? E se decidono che la formazione per il momento va interrotta? Ma se per caso finisco invischiata in una quarantena? Considerando che poi questi pensieri si susseguono rapidissimi, mi ripeto ma è un gran casino.

Quando sto bene? Quando non vedo le notizie in tv o sui social, quando sono in lab con le mani sporche di argilla, quando posso prendere un momento per me senza affanno, quando passo una bella giornata all’aria aperta con i miei amici, quando so che le persone a me care stanno bene, quando vado in piscina a nuotare. Non mi fa star bene sentire i giudizi e le sentenze delle persone, sentire chi urla, avere a che fare con persone scorrette che non cercano di capire chi hanno di fronte.

Non voglio fare lo struzzo, non mi nascondo dalla realtà ma cerco solo un modo per vivere con coerenza senza alimentare la tempesta che ho dentro. Cerco ogni giorno di far crescere il cielo blu che ho in me, lo faccio spesso con il silenzio e con le cose belle. Non è sbagliato secondo me cercare la bellezza in questo momento, non è superficiale. Accanirsi sulle notizie spaventose che arrivano (da canali che poi sono affidabili?) non credo sia la soluzione, così come non lo è vomitare addosso agli altri la nostra frustrazione. Si può usare una comunicazione gentile, si può cercare un confronto onesto e aperto alle opinioni altrui. E si può, ed è quello che cerco di fare, dire No, non mi interessa quello che mi dici se il modo in cui lo dici mi offende.

Quest’anno non ho ancora trovato la mia parola guida, ad inizio anno ho provato a cercarla ma non è arrivata. Non mi dispiace perché ho capito che fondamentalmente non ho bisogno di una parola ma di una dimensione dove essere serena anche in questo momento assurdo. Voglio essere libera nel pensiero, libera di non manifestare a tutti il mio pensiero e libera di rifiutarmi di farmi invischiare in situazioni d’odio e rancore. Non è facile perché comunque ho una parte di me che deve farsi vedere in pubblico e alle volte mantenere la calma è un grande esercizio, ma ci provo.

La settimana scorsa ho spedito la mia consueta mail di inizio anno a chi è iscritto alla mia newsletter ma che da tanto tempo non ne apre neanche una. Una cara cliente mi ha risposto dicendomi che era dispiaciuta di non leggermi ma per lei era un momento di fatica e non ne aveva il tempo, che si sarebbe dunque disiscritta ma che sono riuscita, anche in una mail che poteva comunque risuonare come un richiamo poco piacevole, ad essere comprensiva, rispettosa e gentile. Ecco ma non può essere tutto così? Non ci può essere uno scambio di opinioni e punti di vista garbato e rispettoso?

 

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