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Lettere dal Lab – La ceramica non si fa in una notte

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In questo articolo ti racconto di come nasce una mia creazione, spesso mi viene fatta questa domanda ma ho capito l’importanza di spiegarlo da chi un po’ stupito mi chiede perché non posso realizzare una casetta personalizzata in pochi giorni. Forse do sempre per scontato che la ceramica sia un materiale molto conosciuto, magari lo è ma ho capito che pochi conoscono le lavorazioni della ceramica.

Lo confesso… sono cresciuta guardando l’Albero azzurro e facendo tutti i lavoretti che proponevano nella trasmissione. Funzionava così, tra un cartone animato e una scenetta c’era questo spazio dedicato alla creatività dove con pochi materiali di cancelleria e molti di riuso ti facevano realizzare dei giocattoli, dei disegni, delle opera d’arte… ricordo ancora il cavallo fatto con il manico di scopa, un vecchio calzino e la lana! Beh io guadavo questi tutorial e detto fatto volevo avere a disposizione tutto il necessario per fare il progetto. Sì sì, ricordo perfettamente la fretta di voler far, il gusto di portar a termine il lavoro magari regalando la creazione ai miei genitori o ai nonni. Nel caso del cavallo credo di aver tolto alla scopa che usavamo in casa il bastone e di aver usato un calzino di mio papà, magari non uno dei più nuovi 😉

Questa fretta di iniziare e completare il lavoro si è poi misurata con la ceramica. Il corso di ceramica era organizzato alle scuole medie nel pomeriggio del venerdì, mi pare dalle 14.30 alle 16.30 e il tempo volava sempre! Le insegnanti ci proponevano un lavoro e nelle due ore noi dovevamo realizzarlo, avevano sempre idee molto belle e alle volte le due ore non bastavano per finire tutto, quindi coprivamo il lavoro da finire con uno straccio umido e il tutto finiva in un sacchetto di plastica sullo scaffale. Li sarebbe rimasto fino al venerdì successivo. Per me era un’attesa infinita, non vedevo l’ora che arrivasse il venerdì successivo per arrampicarmi sullo sgabello, liberare dal sacchetto il mio lavoro e portarlo a termine. Ma non era finita! Una volta completato doveva asciugare lentamente e quando finalmente veniva riempito tutto il grande forno veniva fatta la prima cottura. Durante la prima parte del corso si modellava, mentre il secondo quadrimestre era dedicato al colore. Insomma per vedere il mio pezzo finito aspettavo tantissimi mesi. Una dura prova per me che avrei volto vedere in poco tempo il risultato del mio lavoro, un grandissimo insegnamento che mi ha dato la ceramica, la pazienza.

Rispetto delle regole e del materiale che stavo usando, rispetto del tempo, pazienza, ascolto. E tutto questo è anche oggi il mio lavoro: regole, ascolto, calma, pazienza.

Ma oggi come nasce una creazione? Che sia una commissione oppure una novità nasce da un progetto, da dei calcoli (aiuto! Il mio rapporto con matematica, disegno tecnico e proporzioni è terribile!), da un disegno e da delle prove. Fino a quando l’oggetto non sarà modellato, asciugato, biscottato (si dice così della ceramica dopo la prima cottura), decorato e cucinato la seconda volta ogni momento è buono per capire che c’è stato uno sbaglio e che bisogna fare qualche modifica. Quando la fase sperimentale si chiude arriva il momento della “produzione”. Quanto tempo dura la sperimentazione? 1 mese? Anche di più! Considerando i tempi di foggiatura e asciugatura e il fatto che non lavoro mai esclusivamente ad un progetto alla volta i tempi si dilatano.

Quando poi il prototipo è fatto inizio con la produzione. Modello, lascio asciugare, coccolo e rifinisco. Aspetto che il forno sia pieno per farlo partire, non è detto che io abbia sempre il forno carico, magari devo aspettare ancora alcuni giorni per non farlo partire mezzo scarico. Finalmente accendo! Lo scarico ma subito non riesco a decorare perché ho giornate full. Quando finalmente ho decorato di nuovo devo aspettare che il forno sia tutto carico. Ecco, la cottura è fatta, il mio oggetto è finito oppure manca qualche dettaglio post cottura e presto sarà pronto per lo shop o per la consegna.

Questo è il procedimento che vale per tutto quello che realizzo, che sia una casetta o un set di piatti, una perla o una tazzina. Questo è il ritmo che la ceramica mi ha imposto e che pian piano ho fatto mio. Questo è il ritmo che cerco di far comprendere a chi mi vede da fuori ma non conosce la ceramica. Questi sono i tempi del “quando ci metti a fare una casetta?” Se trovi il momento giusto, forno carico, io libera da altri progetti anche 20 giorni, se il forno non è pieno o io ho le giornate super occupate anche un mese.

Ti pare che rispetto ad una volta i tempi siano più lunghi? Hai ragione. Ho imparato a rispettare di più i miei ritmi e a chiedere più rispetto per il mio lavoro, per farlo bene come piace a me.

La ceramica mi ha insegnato tanto e continua a farlo ogni giorno, ogni stagione. Anche durante la pandemia, parlo proprio dei primi mesi dell’anno scorso. Tutto il mio lavoro da artigiana ha cambiato e continua a cambiare le mie priorità. Ho anche capito che devo esprimere, palesare queste mie priorità perché voglio che il percorso di Argille sia condiviso con te e con chi mi segue e acquista i miei prodotti. Insomma voglio curare sempre meglio la mia comunicazione, raccontare e le mie regole per farle rispettare.

Spero che questo articolo ti abbia fatto capire qualcosa in più della ceramica e del mio lavoro, ci vediamo alla prossima lettera dal Lab!

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